Donne sono le più colpite dalla crisi economica

di Redazione Commenta

Secondo quanto emerge dalla ricerca condotta dall’Eurispes, le donne sono molto sfiduciate o comunque poco soddisfatte della propria condizione lavorativa

La crisi economica sta creando molte difficoltà soprattutto a giovani e donne, le due categorie più colpite nel mondo del lavoro. In particolare, secondo quanto emerge dalla ricerca condotta dall’Eurispes, le donne sono molto sfiduciate o comunque poco soddisfatte della propria condizione lavorativa. Nell’Italia della recessione economica sono proprio le donne a patire maggiormente la crisi. Rispetto agli anni scorsi, il 66,4% delle donne ammette di essere in una situazione lavorativa nettamente più sfavorevole rispetto al passato.

Purtroppo la crisi sta abbracciando non solo lo strato economico-sociale, ma anche politico-istituzionale. Ciò vuol dire che, alla debolezza dell’economia reale, va aggiunta l’impasse politica che non consente al paese di creare occupazione e di venir fuori da questa situazione così complicata. Le donne risentono molto della crisi e nel 62,2% dei casi sono costrette a dover attingere dai propri risparmi, per pagare le spese necessarie per il mantenimento della famiglia.

RISPARMIO RESTA PRIORITA’ PER LE FAMIGLIE ITALIANE

Tuttavia, l’81,8% delle donne intervistate non riesce a mettere qualcosa da parte. Solo 1 donna su 5 riesce a stento a risparmiare qualcosina per il futuro. Inoltre, il 40,2% delle donne ha difficoltà nel pagare le rate del mutuo per l’acquisto della casa, mentre il 34,3% non trova semplice onorare il canone d’’affitto mensile. Oltre al problema della difficoltà di accesso al mondo del lavoro, le donne devono fare i conti con una retribuzione quasi sempre insoddisfacente e frustrante.

REDDITI INSUFFICIENTI PER 2 FAMIGLIE SU 3

Più di 1 donna su 2 non è soddisfatta della propria busta paga. A dichiararsi molto soddisfatta della propria retribuzione è soltanto il 4,9% delle donne. Inoltre, il 63,2% delle donne non è felice della possibilità di carriera. Manca, dunque, l’opportunità per valorizzare adeguatamente le competenze acquisite durante il percorso formativo.

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