
Ad aprile l’inflazione è crollata all’1,2% dall’1,6% di marzo, scendendo sui valori più bassi da febbraio 2010. Un anno fa era al 3,2%. Buone notizie per i risparmiatori, in quanto la flessione dei prezzi limita l’erosione del potere d’acquisto e rafforza i ritorni sugli investimenti. Da un punto di vista economico, però, aumentano le spinte deflazionistiche in grado di creare maggiori pressioni sugli utili societari, sull’occupazione e la sostenibilità del debito pubblico. Da un punto di vista finanziario, i risparmiatori possono beneficiare di rendimenti “reali” più elevati rispetto al passato.