Come giocare in borsa nel 2011

di Redazione 1

Oggi vogliamo spiegarvi cosa bisogna fare per iniziare a giocare in Borsa con profitto, spiegandovi che periodi di recessione non significano la perdita del capitale di rischio.

Prima di iniziare a giocare in borsa sarebbe bene essere consapevoli che, sebbene nel gergo comune si identifichi il trading come un gioco (probabilmente poiché gli investimenti vengono notoriamente assimilati alle scommesse più ardite), non lo è affatto.

La posta in gioco, infatti, è decisamente alta e riguarda i nostri risparmi, le nostre possibilità di successo, i nostri, possibili, clamorosi, fallimenti.

Detto questo è bene sapere che, praticamente, giocare in borsa è davvero molto facile.


Ciò che ci occorre è, infatti, semplicemente un conto aperto presso un qualsiasi operatore finanziario esperto di intermediazione sui mercati.

La scelta dell’operatore in sé, sebbene spaventi molti, è tutto sommato banale, poiché i principali intermediatori finanziari offrono le migliori garanzie. La vera discriminazione tra operatore A ed operatore B sta nel surplus che possono offrirci, un surplus che non è soltanto economico-finanziario, bensì, soprattutto, psicologico.

Una volto aperto il conto sarà nostro compito (nostro e dell’intermediario) sottoscrivere le azioni e le obbligazioni più interessanti per le nostre personali esigenze, senza lasciarci sconvolgere da periodi di recessione, o presunta tale, ne da crescite spropositate ed improvvise che potrebbero nascondere ed anticipare lo scoppio di una bolla speculativa.

È bene ricordare, infatti, che il crollo o l’entusiasmo psicologico derivante dall’arrivo di una notizia di attualità finanziaria che potrebbe affossare o risollevare il nostro titolo prescelto, potrebbe avere un’influenza negativa sul nostro comportamento, inducendoci a comprare quando invece bisognerebbe vendere e a vendere quando bisognerebbe comprare.

Come e quando farlo, però, resta un mistero. La variabili in gioco, infatti, sono moltissime e quelle interne e proprie dell’azienda della quale abbiamo deciso di comprare uno stock di azioni, sono spesso irrilevanti.

Quante volte, infatti, è capitato che una realtà solida e concreta si vedesse trascinare al ribasso dal fallimento di una società mal gestita operante nel medesimo settore?

Quante volte aziende ormai date per perse hanno riservato, sul lungo periodo, sorprese positive per i soci non già a causa della sistemazione dei conti ma a causa della positive notizie macroeconomiche giunte dall’estero?

Bisogna ricordarsi, infine, che la nostra scommessa, il nostro gioco, si può ben valutare soltanto sul lunghissimo periodo e che il nostro guadagno, o la nostra perdita, tolte le tasse ed il costo della vita (la famigerata inflazione che ha reso nulli, in certi casi, anni ed anni di investimenti) può essere calcolata soltanto quando decideremo di vendere la totalità delle nostre azioni e di non giocare più in Borsa.

ALCUNI CONSIGLI UTILI

Portafoglio ad alto rischio per il 2011

Come scegliere le azioni nel 2011

Investire a rate sui mercati azionari

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>