Secondo quanto emerge da un sondaggio effettuato dal centro studi di Unimpresa su 130mila aziende associate, in base ai dati riferiti al 31 dicembre 2012, tre aziende italiane su cinque sono costrette a chiedere prestiti alle banche per pagare le tasse. Secondo gli esperti, questo fenomeno è stato reso possibile dal peggioramento del ciclo economico in italia e della crisi finanziaria. Inoltre, bisogna aggiungere che l’inasprimento fiscale varato dall’esecutivo Monti è stato molto pesante sia per le famiglie che per le aziende.
La pressione fiscale è cresciuta a tal punto che il 63% delle piccole e medie imprese italiane è costretto a ricorrere ai finanziamenti bancari per onorare le scadenze fiscali. La tassa che ha creato maggiori problemi ai piccoli imprenditori è stata l’Imu, ovvero l’imposta municipale unica reintrodotta dal governo Monti dopo che Berlusconi aveva abolito l’Ici nel 2008.
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I settori produttivi più esposti verso le banche a causa dei versamenti fiscali sugli immobili, ma più in generale per tutti gli adempimenti con l’Erario, sono gli operatori turistici (in particolare gli albergatori), le piccole industrie che utilizzano grossi capannoni e la grande distribuzione (supermercati). Al fine di rispettare le scadenze tributarie, nel corso del 2012 ben 81.900 piccole e medie aziende hanno chiesto prestiti agli istituti di credito.
Un’altra tassa che sta mettendo in difficoltà le pmi italiane è l’Irap, in quanto l’imposta regionale sulle attività produttive si paga anche quando i bilanci sono in perdita come in questa delicata fase per l’economia del Belpaese. L’Imu 2012 sulle imprese ha avuto un impatto per 6,3 miliardi di euro: per adempiere ai versamenti previsti, le aziende hanno chiesto 4 miliardi di euro di prestiti alle banche.