Le carte di credito revolving sono ormai più famigerate che apprezzate. Queste carte di credito che prevedono il rimborso a rate sono diventate lo strumento di debito pià costoso, ai confini del tasso di usura
Le carte di credito revolving sono ormai più famigerate che apprezzate. Queste carte di credito che prevedono il rimborso a rate sono diventate lo strumento di debito più costoso, ai confini del tasso di usura. Non solo è difficile gestire il rimborso, ma anche i tassi – già elevatissimi – sono in crescita, tanto che negli ultimi venti mesi è avvenuto un aumento di due punti percentuali.
Secondo uno studio condotto dall’Università Bocconi di Milano e CorrierEconomia, il Taeg medio delle 10 maggiori emittenti di carte revolving è ormai arrivato al 19,64%, due punti in più rispetto alla rilevazione di dicembre 2010. Ma ci sono anche picchi ancor più elevati come il 23,2% di Carta Base Revolving di Carta Sì, il 22,83% di Carta Aurea Findomestic e addirittura il 29,67% per la American Express Blu, davvero ai limiti della soglia di usura.
Le revolving potrebbero essere considerate come “strozzini del XXI secolo”. Si pensi ad una spesa di 1.500 euro con la carta revolving a un tasso medio del 19,64%. A rate di 100 euro al mese si dovranno rimborsare 1.684 euro, ovvero un costo di 184 euro. Al tasso massimo praticato da Amex del 29,67%, si ha un costo di 290 euro per un credito di 1.500 euro e di 430 euro per una spesa di 3.000 euro.
Le revolving non vanno utilizzate per importi consistenti, ma comunque restano un problema per l’immagine delle banche. Intesa SanPaolo ha deciso di abolirle ormai già da 6 mesi, in quanto trasmettevano un’immagine negativa e creavano confusione.
