Un breve ripasso delle caratteristiche peculiari dei titoli di Stato italiani.
Le cose, nel frattempo, sono certamente cambiate. Vediamo, quindi, come scegliere tra i vari titoli di Stato facendo un breve riassunto delle varie offerte proposte dal Tesoro.
BOT
I buoni ordinari del tesoro, sospinti dalla bufera, pagano un interesse netto superiore al 3%. Considerando che i principali concorrenti (ovverosia i conti depositi online) riescono ad offrire poco più del 2,5%, soprattutto in virtù della manovra finanziaria 2011 che ha ridotto l’aliquota dal 27 al 20% e aumentato l’imposizione fiscale al 20% per tutti gli strumenti finanziari tranne per i titoli di Stato, i BOT rappresentato una soluzione davvero appetibile.
BTP
In questo caso, invece, considerando durate molto variabili (da 3 a 30 anni), vi è da tener conto del rischio legato all’andamento dei tassi di interesse (che ovviamente non influiva sui BOT) specialmente nel caso in cui è atteso un loro deciso rialzo.
CCT
Caratterizzati da durate settennali cambiano l’importo della cedola ad ogni corresponsione degli interessi e basano il proprio rendimento sui BOT semestrali (nel caso in cui siano stati emessi prima di luglio 2010) o sul tasso Euribor a sei mesi (emessi dopo luglio 2010). Il loro scopo è, essenzialmente, quello di tutelare il patrimonio nel caso in cui si vada incontro ad un deciso rialzo dei tassi di interesse.
CTZ
Interessanti perché, come i BOT e i CCT sono a scadenza fissa (2 anni) e sono zero coupon: pagano gli interessi in una sola soluzione al momento del rimborso del capitale.
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