Su Senza Soldi analizziamo l'andamento dei titoli di Stato, italiani e no, nel 2011 ribadendo come una tale forma di investimento sia consigliata soltanto a chi desideri rischiare.
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Questa congiuntura sfavorevole, purtroppo, perdurerà almeno sino alla fine del 2011 ed è suscettibile, più che mai, di espansione e contagio anche a quei paesi, come l’Italia, sino a ieri considerati insospettabili di fallimento ma, oggi, sul bordo del baratro.
Il problema del debito pubblico, inoltre, potrebbe non essere il solo, o il più grave, tra quelli con cui i principali Stati europei potrebbero trovarsi a combattere.
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Stando così le cose è probabile, davvero molto probabile, che il differenziale tra titoli governativi dei paesi deboli e titoli governativi tedeschi (i cosiddetti Bund che tutti prendono in considerazione poiché universalmente riconosciuti quali i più sicuri in assoluto dell’area-euro) rimanga altissimo sino al 2012, con le conseguenze economiche che tutti possiamo immaginarci.
La crisi di moltissimi istituti di credito, inoltre, dovuta alla presenza, nei propri portafogli, di strumenti mobiliari assolutamente svalutati nonché di posizioni creditorie ad alto rischio, potrebbero peggiorare la situazione che i previsti interventi correttivi della BCE potrebbero non aiutare a sistemare definitivamente.
Nel 2011, in conclusione, il comparto obbligazionario dei titoli di Stato potrebbe non vivere uno dei propri periodi più rosei, potendo attirare soltanto gli speculatori amanti del rischio e delle strategie di breve termine.
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