Per crearsi una previdenza integrativa sarebbe bene scegliere i fondi gestiti
I cambiamenti principali, che qui riassumiamo, riguardano l’imposta di bollo sui depositi titoli, il mantenimento dell’aliquota secca al 12,5% in favore dei titoli di Stato italiani nonché di quelli emessi dai principali paradisi fiscali, l’aumento dell’aliquota sulle obbligazioni private o simili.
In questo scenario, dunque, verrebbe da chiedersi se sia ancora conveniente, come avveniva prima dell’estate, investire privatamente, così da costruirsi, mese per mese, una previdenza integrativa fai-da-te e settata sulle proprie esigenze, oppure scegliere di aderire a dei fondi gestiti.
Sull’argomento, in realtà, abbiamo già disquisito nel nostro articolo intitolato “Scegliere tra TFR e fondi pensione“.
Una volta che si è deciso, però, di prelevare il TFR per gestirlo secondo le nostre necessità, evenienza sicuramente delle più vantaggiose, come investirlo.
La risposta, considerando i cambiamenti politici, più che economici, va da sé che propenda a favore dei fondi gestiti giacché il fai-da-te ha cominciato a perdere i vantaggi accumulati negli anni e a mostrare soltanto i propri svantaggi tra i quali segnaliamo:
– l’impossibilità di godere delle detrazioni fiscali
– la tassazione superiore rispetto a quella riservata ai fondi pensione
– l’eliminazione delle commissioni dei fondi gestiti
Commenti (2)