Il pagamento dell’Imu sarà rimandato a settembre. Il governo Letta prova così a dare ossigeno a famiglie e imprese italiane, strangolate dalla crisi economica e dall’eccessivo carico fiscale
Il pagamento dell’Imu sarà rimandato a settembre. Il governo Letta prova così a dare ossigeno a famiglie e imprese italiane, strangolate dalla crisi economica e dall’eccessivo carico fiscale. A salvarsi saranno però soltanto la prima casa e i terreni agricoli. Per tutti gli altri immobili l’imposta municipale unica resta confermata per la data del 17 giugno 2013. Sebbene lo scorso anno l’Imu sulla prima casa è costata in media “solo” 255 euro a famiglia, la sospensione della rata diventa fondamentale per chi vive in condizioni di disagio economico e senza lavoro.
Come già accaduto lo scorso anno, l’Imu si ripresenta con tanti nodi da sciogliere e dubbi da dissipare. Anche questa volta non è semplice capire chi deve pagare e chi no. Inoltre, quando ormai mancano circa venti giorni all’appuntamento della rata di giugno, non c’è la certezza sulle modalità di calcolo dell’acconto contenute nel decreto legge ancora non convertito.
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Bisogna ricordare che la sospensione del pagamento dell’Imu non equivale alla cancellazione definitiva. Infatti, ciò dipenderà esclusivamente dalla capacità del nuovo esecutivo di varare entro il 31 agosto prossimo una riforma delle imposte sugli immobili. Senza questa riforma, l’acconto Imu sulla prima casa e i terreni agricoli sarà nuovamente dovuto entro il 16 settembre 2013. Al rientro dalle vacanze estive si saprà se l’Imu non è più un problema oppure se bisognerà prepararsi al pagamento.
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La sospensione dell’Imu di giugno riguarda soprattutto le abitazioni principali, ovvero quelle che sono considerate come uniche unità immobiliari ad uso abitativo classificate nel gruppo catastale A (esclusi la categoria A10, destinata agli uffici), dove il contribuente e la sua famiglia risiedono anagraficamente e hanno la dimora abituale.
