Crisi economica può spingere verso cibo “spazzatura”

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La crisi che imperversa attualmente in Italia può avere tante sfaccettature, non solo di carattere puramente economico ma anche sociale, intaccando o consolidando stili di vita che possono improvvisamente diventare dannosi per la salute nel lungo periodo

La crisi che imperversa attualmente in Italia può avere tante sfaccettature, non solo di carattere puramente economico ma anche sociale, intaccando o consolidando stili di vita che possono improvvisamente diventare dannosi per la salute nel lungo periodo. Il minore potere d’acquisto delle famiglie italiane, come confermato ad inizio settimana dalle statistiche dell’Istat relative al secondo trimestre dell’anno in corso, potrebbe spingere molti a fare acquisti a basso costo nel cosiddetto “junk food” (cibo “spazzatura”).

Il problema dell’obesità è molto sentito nei paesi più sviluppati e sta diventando sempre più una fonte primaria di preoccupazione anche per i governi, alle prese con crescenti costi per la spesa in sanità. Di recente in Italia il ministro della Sanità, Renato Balduzzi, aveva proposto ad esempio di tassare le bibite zuccherate ma alla fine l’idea è rimasta in soffitta perché rigettata. La crisi economica potrebbe spingere molte persone a ridurre i costi per l’alimentazione puntando sui cibi spazzatura.

Il junk food ha un basso valore nutrizionale ed è ricco di grassi o zuccheri. Si tratta dei classici hamburger, hot dog, patatine fritte e soft drink come la coca-cola o la pepsi. L’eccesso di questa tipologia di cibo può portare a obesità e/o diabete, oltre a malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro e anche alla depressione.

Il rischio è dunque che si continui a consumare sempre meno frutta e verdura, meno alla portata dei più poveri, confermando il trend inquietante che vede il consumo di queste due fondamentali alimenti in calo del 25% in Italia negli ultimi dieci anni. Il rischio è che si arrivi a consumare quantità praticamente nulle di frutta e verdura, rispetto ai 400 grammi al giorno consigliati dall’Oms per mantenere una buona salute.

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