Un’azienda su due non riesce a pagare gli stipendi

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Nuovo allarme per le piccole e medie imprese italiane. A lanciarlo è l’ufficio studi della Cgia di Mestre, che evidenzia come ormai almeno una piccola impresa su due non è più in grado di pagare gli stipendi

Nuovo allarme per le piccole e medie imprese italiane. A lanciarlo è l’ufficio studi della Cgia di Mestre, che evidenzia come ormai almeno una piccola impresa su due non è più in grado di pagare gli stipendi ai propri dipendenti ed è così costretta a rateizzare le retribuzioni ai propri collaboratori. La mancanza di liquidità di cassa per queste aziende deriva dal boom di sofferenze e protesti, causati non solo dalla debolezza della domanda domestica ma anche dall’eccessiva pressione fiscale.

A livello nazionale nel 2012 la pressione fiscale è volata alla cifra record del 44%. Molte aziende sono costrette a chiudere i battenti, a chiedere prestiti per pagare semplicemente le tasse o a dilazionare il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti. La Cgia di Mestre rileva che ormai le piccole e medie imprese non riescono più a onorare i propri impegni con i creditori: assegni bancari o postali, cambiali, vaglia o tratte.

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Per i protesti è un vero e proprio boom. Dall’inizio della crisi i titoli di credito che non hanno trovato copertura sono aumentati del 12,8%, mentre le sofferenze bancarie che fanno capo alle aziende sono cresciute di un clamoroso 165%. A fine 2012 il totale delle insolvenze ha raggiunto la cifra record di 95 miliardi di euro.

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Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, evidenzia soprattutto il disagio dei dipendenti, che faticano a ricevere lo stipendio con regolarità. E’ preoccupante anche il fenomeno dell’allungamento dei tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra aziende. E’, però, qualcosa che accade solo in Italia, mentre negli altri paesi europei più importanti è avvenuta una drastica riduzione.

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