Contratto aziendale Fiat rinnovato per il 2013

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Dopo sette mesi di trattative tra il Lingotto e i sindacati è arrivata finalmente la firma sul Contratto collettivo specifico di lavoro di Fiat

Dopo sette mesi di trattative tra il Lingotto e i sindacati è arrivata finalmente la firma sul Contratto collettivo specifico di lavoro di Fiat. L’intesa è stata raggiunta tra la delegazione dei vertici dell’azienda automobilistica torinese, guidata da Pietro De Biasi (responsabile relazioni industriali Fiat Group Automobiles), e i sindacati firmatari (Fim Cisl, Uil, Ugl, Fismic e Associazione Quadri). Si tratta di un accordo-ponte, valido solo per il 2013, che riguarda 86.000 dipendenti di Fiat Group Automobiles e Fiat Industrial in Italia.

Il contratto-ponte riconosce un aumento di 40 euro al mese, a partire dal primo febbraio, per un totale di 480 euro l’anno. Si tratta di un aumento di 25 euro rispetto all’incremento della prima annualità del contratto nazionale dei metalmeccanici. Sarà anche riconosciuto un incentivo di produttività di 120 euro al mese, a partire da aprile, che sostituirà il vecchio premio di competitività da 103 euro.

UN’AZIENDA SU DUE NON RIESCE A PAGARE GLI STIPENDI

Relativamente agli incentivi, l’indennità è variabile al fine di garantire i vantaggi fiscali e contributivi previsti dal Dpcm del 22 gennaio 2013 su produttività e detassazione. Sarà erogata in base alla presenza. Sono escluse dal calcolo le assenze per ricoveri ospedalieri, malattia, infortunio, maternità e allattamento. L’aumento in busta paga sui minimi salariali, di 480 euro su base annua, riguarda tutti gli 86mila dipendenti del gruppo in Italia.

DISOCCUPAZIONE ITALIA AI MASSIMI DAL 1993

Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, ha espresso tutta la sua soddisfazione per questo accordo, considerando anche il momento difficile per l’economia italiana e la grave crisi del settore auto. Secondo Angeletti è “un segnale positivo per tutto il paese”. Raffaele Bonanni della Cisl, ritiene che il nuovo contratto darà “maggiori tutele e garanzie economiche ai lavoratori, ma nello stesso tempo mette la Fiat nella condizione di continuare ad investire in Italia”.

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