Mini guida per la creazione di una pensione integrativa.
Nel calcolo della propria pensione è fondamentale stimare a quanto ammonterà la pensione pubblica, così da poter decidere a quanto dovrà ammontare la pensione integrativa che ci si vuole costruire.
Per stimare la pensione pubblica si possono inserire il reddito netto annuo e l’attesa di crescita del reddito annuo in un simulatore che si può trovare online. Nel caso di un 40enne dipendente di un’azienda privata con un reddito annuo netto complessivo di 24.000 euro, considerando una carriera nulla ed un tasso di inflazione del 2% ed un tasso medio di crescita del Pil dell’1,50% annuo, la pensione percepita alla scadenza sarà pari a 20.526 euro, quindi bisognerà integrare con 3.474 annui.
Considerando che al momento del pensionamento (a 66 anni) il nostro lavoratore avrà una vita media residua di 18 anni (secondo tavole demografiche Istat), e prendendo in considerazione un tasso di interesse del 2% netto, il nostro signore avrà bisogno di un capitale di 53.124 all’età di 66 anni, così da prelevare ogni anno 3.474 euro per integrare la pensione pubblica fino al compimento degli 83 anni di età. Per raggiungere questo obiettivo la rata annua da versare è pari a 1.547 euro, cioè 130 euro al mese.
Bisogna sottolineare che il rapporto tra pensione e ultimo reddito è pari all’85,50%. Nel caso di redditi bassi la differenza da coprire con una pensione integrativa privata è meno pesante di quanto vogliono far credere le banche e le compagnie di assicurazione; il gap si amplia infatti in presenza di redditi crescenti. Considerando un 4% di crescita annua oltre l’inflazione per il signore dell’esempio, la pensione pubblica coprirebbe solo il 49,30% dell’ultimo reddito. Quindi sono i lavoratori con redditi elevati o con prospettive di grande crescita quelli che necessitano maggiormente di una pensione integrativa.
