Andamento dell’occupazione nel 2011

di Redazione 1

Le opinioni di Bernanke e di Phelps, alla vigilia del meeting dei banchieri centrali, sul possibile andamento della disoccupazione nel 2011.

Una domanda che molti si pongono, all’indomani della crisi globale cominciata con il crack Lehman da 900 miliardi e perpetratasi sino ad oggi, è relativa ai livelli di occupazione e disoccupazione: “Quando scenderà la disoccupazione?”.


Rispondere, ovviamente, non è facile e per farlo ci avvaliamo della collaborazione, indiretta naturalmente, di due colossi dell’economia mondiale: il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, impegnato oggi nel meeting annuale dei banchieri centrali, e l’economista neo-keynesiano, premio Nobel per l’Economia Edmund Phelps.

Il primo, insieme a molti altri, sostiene come il fenomeno della disoccupazione sia di natura ciclica. Il crollo dell’economia, conseguenza diretta del crollo della domanda, ha spinto moltissime aziende a politiche di austerity, pur di salvarsi, che dovrebbero venire meno non appena i consumi, complici le manovre di Quantitative Easing varate proprio dalla Federal Reserve, ricomincino a salire.

In questa prospettiva, assolutamente non catastrofica, segnali di ripresa e, dunque, di marcata riduzione della disoccupazione, si potrebbero vedere sin dal terzo trimestre del 2011.

Un’opinione diametralmente opposta, invece, sarebbe quella promulgata da Phelps. Secondo l’eminente economista, infatti, il tasso di disoccupazione, in qualsiasi caso, ha ben poco a che fare con la situazione economica, esistendo un tasso naturale di disoccupazione insopprimibile in qualsiasi caso.

La disoccupazione, dunque, sarebbe un problema reale e strutturare, accentuato, oggi più che mai, dal gap informatico tra generazioni nonché dalla riduzione, se non addirittura dalla scomparsa, delle filiere produttive proprio a causa dell’evolversi di soluzioni tecnologiche alternative.

Secondo Phelps, in definitiva, i posti di lavoro non specializzati nel settore immobiliare esistenti negli anni del boom (immediatamente precedenti agli anni del crack dei mutui subprime), sono stati definitivamente cancellati dalla crisi e non torneranno mai più.

In quest’ottica, sicuramente più pessimista, la contrazione della disoccupazione non comincerà molto presto e vi è la concreta possibilità che, in alcune aree borderline (pensiamo alla periferia dell’area euro), possa addirittura tornare a crescere.

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