In periodi di inflazione crescente quali quelli che ci ritroviamo a vivere sarebbe bene rivolgersi a società attive nel campo alimentare, del lusso e dell'energia, in grado di trarre vantaggio dal rialzarsi del costo della vita.
In questo scenario, decidendo di non volervi vedere annullare anni di sofisticate strategie a causa del rialzo del costo della vita, e scegliendo, magari, di rischiare qualche cosa, bisognerebbe puntare tutto su quei comparti industriali che, solitamente, beneficiano di un inflazione galoppante.
Tra questi settori sono sicuramente da segnalare quello dei materiali di base, che dovrebbero beneficiare della ripresa della produzione nonché della debolezza del dollaro, e quello dei fertilizzanti, a causa del rialzo dei prezzi dei prodotti agroalimentari che dovrebbe far lievitare a dismisura l’offerta nel tentativo di monetizzare il più velocemente possibile.
Altri comparti interessanti, sempre secondo gli analisti, sono quelli del lusso e del settore energetico, sebbene si potrebbero trovare a soffrire a causa di fattori esterni e non controllabili (vedi “Robin Hood Tax sull’energia“).
Settore bancario e assicurativo, al contrario, saranno decisamente da scartare.
In particolare i maggiori esperti mondiali consigliano K+S e Syngenta per il comparto degli alimentari, Dior e Richemont per il comparto del lusso, Total e Eni per il comparto dell’energia.
Se, invece, si volesse adottare la medesima strategia, senza però strafare rischiando di perdere il capitale iniziale, l0’investitore accorto farebbe bene a considerare i bond inflation linked, obbligazioni legate all’inflazione che permettono di incamerare il costo della vita senza che il patrimonio finale ne risenta.
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