Ripetizioni scolastiche al primo posto tra le attività in nero

di Redazione Commenta

Il fisco sembra ignorare completamente l’esistenza delle ripetizioni scolastiche. Si tratta della principale attività in nero in Italia, che presenta addirittura un livello di evasione fiscale pari all’89%. Rispetto al 2004 il trend di crescita dell’evasione è aumentato del 20%

In una fase storica molto delicata per l’economia italiana, la lotta all’evasione fiscale sta diventando uno dei principali punti del programma di risanamento dei conti pubblici attuato dal nuovo esecutivo Monti che è in carica ormai da oltre dieci mesi. Il fisco sta dando la caccia a numerose attività svolte in settori “caldi”, in cui l’evasione trova spesso terreno fertile: ristorazione, turismo, commercio e così via. Tuttavia, il fisco sembra ignorare completamente l’esistenza delle ripetizioni scolastiche.

Si tratta della principale attività in nero in Italia, che presenta addirittura un livello di evasione fiscale pari all’89%. Rispetto al 2004 il trend di crescita dell’evasione è aumentato del 20%. Il fisco, però, sembra non occuparsi affatto di questo settore o forse le ricerche dei propri esperti sono giunte alla conclusione che tutti gli studenti italiani sono in grado di cavarsela da soli tra i banchi di scuola senza aver alcun bisogno di essere supportati nell’apprendimento di materie storicamente ostiche come il latino, il greco, la fisica e la matematica.

L’Italia del lavoro in nero non si ferma qui. Il trend dell’evasione fiscale è in forte crescita in settori in cui trovano spazio falegnami, idraulici, fabbri, muratori e baby-sitter, per una quota complessiva del 60% delle attività non dichiarate al fisco. Negli ultimi otto anni, secondo un’indagine del centro studi Eures, è proseguita la tendenza a non fare scontrini, fatture o ricevute fiscali in particolar modo tra artigiani e professionisti.

Secondo il centro studi Eures è però aumentata l’avversione degli italiani contro l’evasione fiscale, tanto che 7 italiani su 10 sono d’accordo ad aprire le porte del carcere agli evasori, mentre più dell’80% degli intervistati si dichiara favorevole alla sospensione dell’abilitazione per i professionisti che non rilasciano la fattura o la ricevuta fiscale.

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