Cosa scegliere tra titoli di stato e bond bancari nel 2013?

di Redazione Commenta

Negli ultimi anni i risparmiatori hanno dovuto a loro malgrado fare i conti con l’aumento del rischio di controparte e del rischio paese

Negli ultimi anni i risparmiatori hanno dovuto a loro malgrado fare i conti con l’aumento del rischio di controparte e del rischio paese. Ciò vuol dire che mettere il denaro in banca, sotto forma di depositi o obbligazioni dell’istituto di credito, o investirlo in titoli di stato è diventata improvvisamente una prassi più rischiosa rispetto al passato. Non esiste più l’investimento senza rischio secondo Ubs, ma è chiaro che ci sono paesi e società che hanno livelli di affidabilità maggiori rispetto ad altri.

In questa delicata fase dei mercati finanziari, i risparmiatori italiani sono indecisi se investire in titoli di stato oppure se puntare sui bond bancari. Secondo Daniele Guidi, responsabile gestioni obbligazionarie di Bnp Paribas Investment Partners, in questo momento “la bilancia pende, considerando tutto, a favore dei governativi che, anche in considerazione del rischio paese, stanno offrendo rendimenti in linea o migliori soprattutto nel brevissimo”.

L’esperto sottolinea poi che i titoli di stato hanno un vantaggio fiscale: sono tassati al 12,5%, mentre i bond bancari al 20%. Per trovare rendimenti allettanti tra i bond bancari con scadenze fino a tre anni, dopo il rally avvenuto negli ultimi mesi, è necessario guardare a titoli con basso rating ma il rovescio della medaglia è l’aumento del rischio emittente.

INVESTIRE IN BTP A TASSO FISSO O INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE NEL 2013?

Le banche più solide non hanno grande esigenza di emettere carta, per cui i tassi offerti sono più o meno in linea con quelli dei bond governativi. C’è poi l’opzione dei titoli di stato indicizzati all’inflazione. Secondo Guidi, “in questo momento prodotti indicizzati all’inflazione appaiono ancora convenienti”, soprattutto quei bond governativi che offrono un rendimento reale di poco inferiore alle emissioni a tasso fisso a cui si aggiunge l’inflazione effettiva.

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