Effetto-maggio sulle borse? (“sell in may and stay away”)

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In borsa c’è un vecchio adagio che recita così: “Sell in may and stay away”. Tradotto vuol dire “vendi a maggio e stai lontano"

In borsa c’è un vecchio adagio che recita così: “Sell in may and stay away”. Tradotto vuol dire “vendi a maggio e stai lontano”. A Wall Street hanno imparato a non sottovalutare questo detto, tanto da farlo diventare quasi una profezia autoavverante. E’ il fenomeno che vede sottoperformare gli indici di borsa nel periodo dell’anno che va da maggio a ottobre. Negli ultimi 30 anni questo particolare evento si è verificato due volte su tre. Succederà ancora? Secondo gli esperti qualche rischio all’orizzonte c’è.

In primis il mercato azionario americano ha da poco realizzato i record di sempre e da inizio anno sta viaggiando col vento in poppa, nonostante le aspettative sulla crescita economica si siano ridimensionate molto nelle ultime settimane. Inoltre, resta elevata l’incertezza sull’area euro, ma è già scattato l’allarme sulle borse dopo crollo dell’oro, che fino a qualche tempo fa saliva a braccetto con le borse spinto al rialzo dagli stessi motivi che stanno trainando ancora l’equity.

Tra il 2000 e il 2011 adottare una strategia di uscita dalla borsa americana tra magggio e ottobre avrebbe fruttato mediamente il 4,8% contro l’1,5% della performance media dell’intero anno. Secondo uno studio realizzato da Hedge Invest sull’andamento di S&P500 e Dax30 nel periodo 1980-2012, per l’indice americano l’effetto-maggio si è verificato 22 volte su 33, ovvero per il 67% dei casi.

INVESTIMENTO IN “BORSA PROTETTA ARANCIO” SCONSIGLIATO NEL 2013

Per quanto riguarda l’indice azionario tedesco, l’evento si è verificato 24 volte su 33 (73% dei casi). Ora, dopo la fase di riallocazione dei capitali sull’azionario, avvenuta nei primi mesi dell’anno, molti gestori ritengono ci sia la possibilità di una pausa sui mercati azionari con ripresa a partire dall’autunno. Tuttavia, la maggior parte degli asset manager ha una view positiva sull’equity per il 2013, anche se i listini azionari potrebbero correre con velocità diverse (Stati Uniti e Giappone restano tra i preferiti).

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