La Tobin tax, ovvero la tassa sulle transazioni finanziarie, inizia ad entrare nel vivo in quanto l’applicazione sui titoli azionari sarà effettiva a partire dal primo marzo 2013
La Tobin tax, ovvero la tassa sulle transazioni finanziarie, introdotta sul finire del 2012 dal governo italiano per frenare la speculazione e ottenere un gettito fiscale superiore al miliardo di euro l’anno, inizia ad entrare nel vivo in quanto l’applicazione sui titoli azionari sarà effettiva a partire dal primo marzo 2013. La Tobin tax si applica ai trasferimenti di proprietà di azioni ed altri strumenti finanziari partecipativi, ma anche alle operazioni in derivati finanziari, prodotti sintetici over-the-counter (come i Cfd) e trading ad alta frequenza (high frequency trading).
Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato la lista delle società quotate a Piazza Affari che saranno esenti dall’applicazione della tassa. Allegato al nuovo decreto del Tesoro che attua la legge istitutiva della Tobin tax del 24 dicembre 2012, numero 228, emanato in bozza e consultazione fino ad oggi, è stato inserito l’elenco delle società con capitalizzazione inferiore ai 500 milioni di euro alla data del 24 novemnbre 2012.
Queste società non rientrano nell’ambito dell’applicazione della tassa. Tra queste azioni ci sono anche nomi molto accreditati, come ad esempio Astaldi, Gruppo Editoriale L’Espresso, Mondadori, Telecom Italia Media, Banca Ifis, Saes Getters, Carraro e Caltagirone. Complessivamte i titoli azionari esenti dalla tassa sono 219, di cui 183 su 295 quotati sul mercato telematico azionario italiano (MTA).
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Quest’anno sarà il Tesoro a stilare la lista dei titoli esclusi dalla Tobin tax, mentre dal prossimo anno toccherà alla Consob preparare la lista dei titoli esenti in base alla capitalizzazione di borsa del novembre di ogni anno. La Tobin tax sulle azioni prevede l’applicazione di una tassa dello 0,2% sul valore di ogni transazione.
