Chi investe in fondi comuni nel 2011

di Redazione Commenta

Chi sono i fondisti? E quanto investono in fondi obbligazionari o azionari? Su Senza Soldi rispondiamo a queste e ad altre interessanti risposte sul mondo della finanza.

Su Senza Soldi abbiamo ormai da qualche tempo cominciato ad elargire modestissimi consigli sui migliori investimenti del 2011 o sulle strategie finanziarie più utili per risparmiare.

Abbiamo, sinora, analizzato i più svariati argomenti soffermandoci, di recente, sulle performance dei fondi comuni nel 2010. Continuando, dunque, in questa (proficua) direzione, vorremmo oggi tracciare un brevissimo resoconto storico dell’andamento dei fondi comuni nel cuore e nel mercato degli italiani.

QUANTO VENGONO UTILIZZATI I FONDI COMUNI


Vi è da notare, inizialmente, come rispetto a dieci anni fa, ovverosia al biennio 1999-2000 (periodo nel quale i fondi comuni fecero la propria comparsa conquistando azionisti, obbligazionisti, istituzioni, speculatori e semplici risparmiatori), i fondisti si sono notevolmente ridotti.

Il peso, infatti, che i fondi comuni occupavano nel paniere dell’investitore medio (famiglia benestante) si è andato progressivamente restringendo andando ad occupare un risicato 5% contro il 18% di un decennio fa.

Bisogna anche ricordare, però, come l’avvento dei fondi coincise, in Italia, con l’avvento della new economy, con una nuova euforia nei confronti delle possibilità offerte dalle speculazioni e con la trasformazione di BOT e BTP in fondi comuni d’investimento obbligazionari.

Possiamo affermare, dunque, come il feeling tra italiani e fondi d’investimento fu dovuto soltanto in parte alla capacità propria dei suddetti strumenti finanziari di attrarre investitori e che una piena, veritiera valutazione del peso dei fondi nella finanza dell’italiano medio possa essere fatta soltanto oggi.

CHI SONO I FONDISTI

Detto questo passiamo ad analizzare e categorizzare i fondisti.

Si potrebbe cominciare distinguendo tra portafogli. Osservando l’andamento dei fondi in questi 10 anni si può notare come il peso maggiore, nel portafoglio medio, sia riservato ai fondi obbligazionari nonostante questi, in più di un’occasione, non abbiano confermato le attese.

Soltanto il 12% dei portafogli, infatti, può essere considerato equilibrato mentre ridottissimi sono gli azionisti puri.

Passando, infine, all’analisi geografica ed anagrafica del fondista, è ormai sfatato il mito che lo voglia, tipicamente, quale l’imprenditore maschio benestante del nord.

Le donne, infatti, non per forza di cose a capo di una qualche realtà industriale o societaria, hanno acquistato sempre maggior peso, arrivando a detenere il 42% dei fondi comuni italiani.

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