Come proteggere il patrimonio con polizze assicurative

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Secondo un’indagine Aipb-Prometeia condotta quest’anno sulla domanda di prodotti assicurativi, in Italia i risparmiatori non hanno una corretta visione dei rischi di investimento né tanto meno riescono a colmare il gap tra rischi percepiti e rischi eventualmente coperti

Secondo un’indagine Aipb-Prometeia condotta quest’anno sulla domanda di prodotti assicurativi, in Italia i risparmiatori non hanno una corretta visione dei rischi di investimento né tanto meno riescono a colmare il gap tra rischi percepiti e rischi eventualmente coperti. Il problema di base è la scarsa cultura assicurativa nell’ambito della copertura dei rischi, ma anche l’assenza di un’offerta adeguata. Ciò si evince anche nelle famiglie con livelli di reddito molto elevati e quando c’è da proteggere grandi patrimoni. Non a caso le grandi compagnie assicurative non presentano spesso unità di business “private” appositamente dedicate.

Un altro fattore che rende questa nicchia di mercato ancora tutta da scoprire nel nostro paese è la percezione errata da parte degli investitori che possedere un grande patrimonio sia di per sé una sorta di assicurazione contro gli eventi negativi e gli imprevisti futuri. Secondo gli esperti questo comportamento può essere definito come “trappola dell’autoassicurazione”, in quanto si porta avanti una gestione del patrimonio senza adeguata copertura dai rischi.

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In particolare, spesso si tende a mantenere elevata la liquidità oltre il dovuto, facendo perdere ghiotte opportunità di guadagno in particolari fasi del ciclo economico e dei mercati finanziari. Oggi le cose, però, sembrano finalmente poter cambiare, tanto che sta prendendo piede in Italia una sorta di “risk management per le famiglie”, ovvero una gestione del patrimonio con le coperture assicurative più indicate attraverso una valutazione continuativa di un professionista.

COME PROTEGGERE I GRANDI PATRIMONI DALLE TASSE

Oggi solo il 9,5% dei patrimoni è dedicato alle assicurazioni: le polizze d’investimento rappresentano il 56,7% del totale, le polizze unit-linked il 30,9%, le index-linked il 5,5%, le polizze previdenziali solo lo 0,5%, mentre quello di rischio puro lo 0,1%. Nei prossimi anni la figura del risk manager dovrebbe essere sempre più al centro dei bisogni di allocazione corretta del capitale dei risparmiatori, con la possibilità di offrire coperture assicurative ad hoc per i singoli clienti.

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