Risparmiare scegliendo il mutuo ideale

di Redazione 1

Nel 2011, tranne clamorosi imprevisti e nonostante la crescita del partito del tasso fisso, sarà ancora conveniente accendere un mutuo a tasso variabile.

Coloro i quali, nel 2011, sono intenzionati a comprar casa e ad accendere, di conseguenza, un mutuo, si staranno probabilmente chiedendo se anche quest’anno sia maggiormente conveniente scegliere il tasso variabile piuttosto che il tasso fisso.

Il partito degli estimatori del tasso fisso, infatti, sta rapidamente crescendo ed attraendo sempre più adepti, facendo sorgere dubbi in chi, fino a ieri, era un fervente sostenitore del tasso variabile.

Molti sono i motivi di questo repentino cambiamento di rotta, non ancora interamente completato, tra i quali sono certamente da segnalare la possibilità di accendere un mutuo a tasso fisso inferiore al 4%, la sicurezza, non solo finanziario-economica ma soprattutto psicologica, offerta dalla rata fissa, la rapidità con la quale la forbice tra indicizzati e fissi è scesa al 2,5%.



Detto questo, però, bisogna affermare come il tasso variabile sia ancora oggi estremamente vantaggioso.

Considerando, infatti, un mutuo decennale da 100.000 euro, possiamo affermare, senza tema di smentita, che optare per il tasso fisso ci potrebbe costare sino a 110 euro in più ogni mese.

Ora, la domanda da un milione di dollari, diventa: le condizioni economico-finanziarie rimarranno così stabili da far preferire ancora il tasso variabile al tasso fisso sul lungo periodo?

Calcolare il tasso di interesse dei mutui non sempre è immediato e sono necessari alcuni passaggi al fine di ottenere il risultato ideale soprattutto perchè è doveroso andare a valutare il tasso di interesse Euribor sul quale si basano la maggior parte dei mutui in euro.

Secondo gli analisti, nonostante la BCE abbia fatto ormai da tempo sapere che la cauta politica monetaria di questi ultimi anni sarà presto messa al bando e nonostante l’Euribor sia già salito e continuerà crescere per tutto il 2011, l’unica risposta è un chiaro e deciso sì.

La sicurezza degli esperti è dovuta alla convinzione che i tassi d’interesse non cresceranno tanto da intaccare quel gap di 2,5 punti percentuali al quale accennavamo prima e all’ipotesi, ventilata in seguito al comportamento dei mercati, che non vi sarà un’impennata dell’inflazione.

Detto questo, come sempre, consigliamo di rivolgersi sempre ad un consulente esperto ed affidabile insieme al quale scegliere la soluzione maggiormente adatta alle nostre esigenze.

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