Famiglie italiane restano tra le più ricche al mondo secondo Unicredit-Pioneer

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Il titolo non è uno scherzo, anche se è naturale sentirsi confusi soprattutto dopo aver letto negli ultimi giorni i dati dell’Istat che hanno evidenziato il crollo del potere d’acquisto delle famiglie italiane e la minore propensione al risparmio degli italiani

Il titolo non è uno scherzo, anche se è naturale sentirsi confusi soprattutto dopo aver letto negli ultimi giorni i dati dell’Istat che hanno evidenziato il crollo del potere d’acquisto delle famiglie italiane e la minore propensione al risparmio degli italiani a causa della recessione e dell’aumento delle tasse. Allora, come può essere che le famiglie italiane restano ancora tra le più ricche al mondo? Il dato, emerso dalla ricerca di Unicredit-Pioneer Investments, deve essere letto sotto un particolare aspetto.

Viene confrontato il debito pubblico messo in relazione con la ricchezza delle famiglie al netto delle passività. Emerge che l’Italia si trova in una condizione quasi identica a quella di Stati Uniti e Germania: 22,3% contro rispettivamente il 23,3% e il 22,2%. Ciò vuol dire che il debito pesa solo per il 22% sulla ricchezza degli italiani, sullo stesso livello di americani e tedeschi.

Ad ogni modo si tratta di una magra consolazione perché le prospettive non sono di certo incoraggianti. Il paese non cresce, l’età media avanza ed il ricambio generazionale è sempre più difficile, sia sotto il profilo delle istituzioni sia della ricchezza. L’osservatorio sul risparmio di Unicredit e Pioneer avrà cadenza annuale. Il primo studio effettuato sarà presentato oggi a Milano ed evidenzierà le prospettive sul risparmio degli italiani, che resta ancora un patrimonio di tutto rispetto pari ad oltre 8.000 miliardi di euro.

Tra i temi più caldi c’è senza dubbio il crollo del tasso di risparmio, che ha portato gli italiani sullo stesso livello di molti altri paesi che in passato non avevano una forte propensione a risparmiare. Un altro tema interessante è l’evoluzione della ricchezza patrimoniale di beni tangibili, come immobili, macchinari e oggetti di valore: dal 2008 questa ricchezza è diminuita ad un tasso dello 0,9% l’anno, dopo che tra il 2001 e il 2007 era cresciuta ad un tasso medio del 5,3%.

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