Come investire in diamanti 2013

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Il diamante rappresenta uno dei beni rifugio più apprezzati dagli investitori, in quanto rispetto all’oro o all’argento ha un minore appeal speculativo e una quotazione più stabile

Il diamante rappresenta uno dei beni rifugio più apprezzati dagli investitori, in quanto rispetto all’oro o all’argento ha un minore appeal speculativo e una quotazione più stabile. Inoltre, il diamante si fa preferire anche per l’idea della portabilità e del gioiello. Tra tutti i metalli preziosi, è senza dubbio quello che consente di attuare una migliore strategia difensiva all’interno del proprio portafoglio di investimenti, assicurando nel lungo periodo un rendimento medio annuo che si aggira attorno al 4-5%. Negli ultimi vent’anni la quotazione dei diamanti è cresciuta più di quella dell’oro.

Claudio Giacobazzi, consigliere d’amministrazione di Intermarket Diamond Business (IDB), azienda leader nell’intermediazione dei diamenti ad uso investimento, fa notare che il diamante “dal 1992 ad oggi si è rivalutato ben più dell’oro e dell’Eurostoxx50, perché il mercato è controllato dalla sudafricana De Beers che pianifica con grande attenzione gli stock da immettere sul mercato”. De Beers ha una politica aziendale basata su logiche dettate dalla legge della domanda e dell’offerta.

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Il suo obiettivo è frenare il più possibile qualsiasi velleità speculativa. Ciò consente di evitare forti cali delle quotazioni, anche in periodi di depressione. Il diamante da investimento considerato come benchmark per la sua efficienza di prezzo sul mercato è il Top Crystal I, purezza If con 0,5 carati, che oggi vale 5.316 euro contro i 3.633 euro di dieci anni fa.

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Giacobazzi consiglia di investire il 5% del proprio portfolio in diamanti, anche se molto dipende dalla disponibilità e dalla propensione al rischio. La somma minima da investire si aggira intorno a 5mila – 6mila euro. IDB si occupa della liquidazione dell’investimento, grazie a una rete di oltre 8mila sportelli bancari. La fee di intermediazione è del 16% nel primo anno e del 7% dal settimo anno in poi.

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