Conviene ancora investire sulle borse nel 2013?

di Redazione Commenta

Nei primi cinque mesi e mezzo del 2013 l’investimento in borsa è stato senza dubbio uno dei più profittevoli

Nei primi cinque mesi e mezzo del 2013 l’investimento in borsa è stato senza dubbio uno dei più profittevoli. La maggior parte dei broker e delle banche d’affari avevano consigliato ai risparmiatori di puntare sull’azionario, in vista di una rotazione degli investimenti dai bond all’equity. In realtà entrambe le asset class hanno corso molto quest’anno, favorite dall’eccezionale liquidità immessa dalle banche centrali. Wall Street e Francoforte sono su livelli record, mentre altre borse sono tornate ai livelli pre-crisi Lehman Brothers. Il rally dell’azionario può durare ancora?

Secondo la stragrande maggioranza dei gestori di fondi di investimento, le borse possono ancora mettere a segno rialzi importanti anche se ci sono maggiori probabilità di assistere a un fisiologico ritracciamento delle quotazioni visto che Wall Street guadagna già più del 15% da inizio anno, mentre Tokyo addirittura più del 70% negli ultimi 6 mesi. In questo momento conviene attendere una correzione dei prezzi per entrare a livelli più bassi, soprattutto ora che c’è il rischio effetto-maggio con le borse a livelli record.

Cosa comprare? Vontobel scommette ancora su Wall Street e Tokyo nel 2013. In linea generale, è sempre meglio puntare sull’azionario di qualità, ovvero le borse americane oppure quella tedesca. Resta molto interessante la borsa di Tokyo, grazie alla politica di svalutazione competitiva dello yen adottata dalla banca centrale nipponica, anche se il rapporto rischio/rendimento non sembra più essere molto allettante. In Europa le borse migliori sono Francoforte, Londra e Zurigo.

E l’Italia? Piazza Affari resta ancora molto indietro e potrebbe essere la grande sorpresa della seconda parte dell’anno. Tuttavia, considerando la grave crisi economica che sta attraversando il paese, che si riversa anche sulla minore capacità di generare reddito da parte delle società quotate in borsa, l’ideale è destinare alla borsa italiana solo una parte marginale dell’investimento sull’azionario, in attesa di segnali di forza più precisi.

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