Redditometro 2013 in vigore da oggi

di Redazione Commenta

Da oggi, 19 agosto 2013, entrerà in vigore il nuovo redditometro, lo strumento di accertamento sintetico del reddito, che consente al fisco italiano una determinazione indiretta del reddito complessivo del contribuente, basata sulla capacità di spesa dello stesso.


I primi controlli del nuovo redditometro riguarderanno i redditi del 2009, dichiarati nel 2010: per ogni contribuente il sistema ricostruirà le spese effettuate di cui l’amministrazione fiscale ha certezza, e le confronterà con il reddito dichiarato in quell’anno. Il sistema sarà dunque in grado di individuare i casi in cui la differenza è superiore al 20%, casi in cui scatta l’accertamento in automatico.

Inizialmente gli ispettori fiscali controlleranno i casi dove la differenza tra il dichiarato e la spesa accertata è più elevata, quindi i controlli saranno più ad ampio raggio, infatti ne sono previsti a regime 35 mila l’anno. Con il nuovo aggiornamento, l’accertamento sintetico del reddito prevede un doppio contraddittorio tra il Fisco ed i contribuenti prima dell’apertura formale dell’accertamento ed alcune garanzie specifiche, che non erano presenti nel sistema precedente.

Nel caso in cui si individui un’incongruenza superiore al 20% tra il reddito e le spese, il contribuente sarebbe invitato a presentarsi negli uffici dell’Agenzia, dove potrà fornire le proprie spiegazioni. Il contribuente per esempio potrà dimostrare con delle prove che gli acquisti incriminati sono stati effettuati con i risparmi degli anni precedenti, con soldi già tassati oppure che c’è stata una donazione dei genitori.

Se fossero ancora presenti sospetti si aprirebbe una seconda fase più approfondita, nella quale il Fisco chiederebbe ragione ai contribuenti anche delle spese «stimate», ossia quelle più piccole. Il contribuente potrà opporsi anche con argomentazioni logiche. In seguito si aprirebbe l’accertamento formale: l’amministrazione dovrà quantificare il maggior reddito accertabile e la maggiore imposta da pagare, chiedendo al contribuente di aderire al pagamento delle somme richieste. Le soluzioni a questo punto sarebbero due: pagare entro 15 giorni per avere le sanzioni ridotte, o avviare un contenzioso.

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