Partite Iva, cosa cambia sugli acconti

di Daniele Pace Commenta

Si tratta dell’ennesima rivoluzione annunciata, questa volta sopraggiunta con l’ok al concordato preventivo biennale. Stiamo facendo riferimento alla decisione dello Stato di mettere mano per l’ennesima volta sugli adempimenti fiscali relativi alle partite Iva.

A partire dal 2024 in avanti, sono oltre cinque milioni i lavoratori autonomi che potranno occuparsi del pagamento delle tasse di mese in mese, con la possibilità di spalmarle su ben 12 rate. Il governo ha tutta l’intenzione di fare in modo che tale novità possa diventare strutturale, in relazione a una norma che venne già introdotta tramite il decreto di gennaio.

Proprio attraverso quest’ultimo decreto, ecco che i titolari di una partita Iva hanno avuto in concessione la possibilità di dilazionare nel giro di sette mesi, al posto che i sei mesi previsti in precedenza, il pagamento del saldo, ma anche del primo acconto di tutte quelle imposte che sono state stabilite sull’anno precedente.

Un procedimento che mira a razionalizzare, ma anche a rendere molto più semplice un po’ tutti i vari adempimenti dal punto di vista tributario in questione. In questo modo, i lavoratori autonomia, fino ad arrivare a un limite massimo pari a 170 mila euro, potranno pensare di ottenere la dilazione anche del secondo acconto, che si dovrà versare entro novembre, su cinque mesi complessivi, ovvero portandolo a gennaio senza dover pagare poi alcun tipo di interesse.

In base alla notizia che è stata pubblicata da parte de Il Messaggero, questa novità introdotta da parte dello Stato risulta essere a costo pari allo zero. Quindi, dove si trova il senso? Lo scopo del Governo non è uno solo, ma ce ne sono due. Da una parte, l’intenzione è quella di cercare di soddisfare il più possibile le necessità dei contribuenti e dall’altra si vuole anche garantire all’Erario un gettito che sia il più possibile regolare.

L’obiettivo di chi ha ideato la riforma è quello di provare a intervenire tramite un decreto nel corso del prossimo trimestre. Si tratta di un’operazione che dà un lato non comporta alcun esborso da parte dello Stato e dall’altro riesce a mettere a disposizione dei professionisti e delle imprese certamente maggiore liquidità. A quanto pare, infatti, sia i professionisti che le imprese potranno contare su un aspetto, secondo Gusmeroli, molto importante, ovvero che in futuro si troveranno di fronte un fisco molto più equo rispetto al passato. D’altro canto, riformare il sistema fiscale è uno dei principali crucci di questo Governo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>