Banche Popolari: Sondrio nel caos, Bari crede nella spa

di Redazione Commenta

Nel corso degli ultimi anni, il sistema bancario nazionale ha dovuto sopportare numerose modifiche: tra le altre, una di quelle di maggior spicco ed eco sociale è rappresentata indubbiamente dalla trasformazione in spa delle più importanti banche popolari. Si tratta di una riforma prevista e sostenuta a gran voce da parte del governo Renzi, ma che per il momento è bloccata. Il Consiglio di Stato, infatti, si è espresso in maniera negativa e ha rinviato la questione dinanzi alla Corte Costituzione per dubbi di costituzionalità. Aspettando le decisioni che dovrebbero arrivare entro la fine di febbraio del 2018, le ultime due banche popolari che non hanno ancora effettuato il passaggio sono quella di Bari e quella di Sondrio. Eppure le situazioni sono molto diverse: se l’istituto barese ha scelto di intraprendere un percorso di revisione per adeguarsi alla nuova normativa, la Banca Popolare di Sondrio si è dimostrata molto più ostile a tale soluzione.

La scelta di iniziare un percorso di revisione dello Statuto Sociale da parte della Popolare di Bari è stata presa anche in presenza di complicate situazioni pregresse che devono essere risolte. Tra le altre, una di quelle più preoccupanti, è l’incorporazione di Tercas e Caripe, che sono state rilevate prima del fallimento, con un esborso di tasca propria da ben 500 milioni di euro. Come se non bastasse, durante l’anno scorso, il titolo ha perso quota, scendendo da 9,53 fino a 6,60 euro sul borsino degli scambi Hi Mtf, con un’offerta che si mantiene superiore rispetto alla domanda.

La Banca Popolare di Bari, guidata dal presidente Marco Jacobini, sta anche riflettendo sulle migliori soluzioni per minimizzare il rischio di recesso: si tratta di una questione particolarmente dibattuta, su cui è dovuto intervenire anche il Consiglio di Stato proprio per sospendere le norme introdotte dalla riforma emanata dalla Banca d’Italia.

Ad ogni modo, il traghettamento alla forma di società per azioni è l’obiettivo ben chiaro dell’istituto barese a differenza della Popolare di Sondrio, la cui situazione di confusione risente notevolmente anche della querelle tra soci storici e il fondo di investimento Amber.

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