A ottobre la stima flash sull’inflazione in Italia ha evidenziato, un po’ a sorpresa, una diminuzione del costo della vita al 2,6% su base annua dal 3,2% del mese precedente. Teoricamente ora per gli italiani è più facile proteggersi dallo spauracchio del carovita
A ottobre la stima flash sull’inflazione in Italia ha evidenziato, un po’ a sorpresa, una diminuzione del costo della vita al 2,6% su base annua dal 3,2% del mese precedente. Teoricamente ora per gli italiani è più facile proteggersi dallo spauracchio del carovita, anche se per un po’ di tempo ancora le pressioni inflattive non dovrebbero diminuire. Salvaguardare il proprio capitale con l’investimento nei titoli di stato a medio-lungo termine è ora più semplice.
Se si ipotizza un capitale da investire di 10mila euro, si può spuntare un rendimento netto di 250 euro con il Btp scadenza 1° novembre 2015, cedola annua lorda del 3%. Allungando leggermente la scadenza o puntando sui Btp inflation linked, ovvero i bond legati all’andamento del costo della, si possono ottenere interessi molto più interessanti.
Tuttavia, bisogna accettare un rischio-tassi più alto dovuto alla maggiore durata del contratto, con la conseguenza più ovvia di doversi assumere maggiori rischi di oscillazione del valore del capitale dovuto all’investimento in bond di medio-lungo periodo. Ad esempio, il Btp scadenza 15 settembre 2015 ha una cedola netta annua di 291 euro per un capitale investito di 10mila euro. Oggi il titolo quota poco sopra 105, ma nei momenti più difficili per lo spread italiano è arrivato a quotare anche 96, con perdite in conto capitale piuttosto importanti.
Se un risparmiatore ha un’elevata avversione al rischio dovrebbe evitare le scadenze dai tre anni in su. Se ha la logica del cassettista, allora questo è un investimento che corrisponde perfettamente alle sue esigenze. Il rischio può aumentare molto con i Btp inflation linked, come i Btp€i, dove il rendimento netto dipende dall’andamento dell’inflazione.
