La previdenza integrativa, ancora poco abbracciata dalle famiglie italiane che spesso preferiscono mantenere il Tfr in azienda o affidarsi alla pensione pubblica, potrebbe essere un’ottima soluzione per affrontare il problema delle pensioni nei prossimi anni
La previdenza integrativa, ancora poco abbracciata dalle famiglie italiane che spesso preferiscono mantenere il Tfr in azienda o affidarsi alla pensione pubblica, potrebbe essere un’ottima soluzione per affrontare il problema delle pensioni nei prossimi anni, dopo le polemiche nate a seguito della riforma Monti-Fornero e delle modifiche effettuate anche dai governi precedenti. Crearsi una pensione di scorta sembra essere molto conveniente, grazie soprattutto ad un fisco molto indulgente rispetto alla posizione di altri strumenti finanziari.
I fondi pensione sono oggi gli strumenti di risparmio meno tassati in assoluto. E’ senza dubbio una grande opportunità per gli italiani, considerando anche che in futuro la pensione pubblica sarà sempre meno generosa. Inoltre, bisogna considerare che dallo scorso anno i risparmi degli italiani sono sotto assedio, tanto che soltanto nel 2013 viene stimato un aumento del 50% della tassazione sul risparmio.
Secondo quanto scritto su MF-Milano Finanza, i capitali investiti in un fondo pensione possono rendere quasi il 60% in più rispetto a un fondo comune di investimento nel momento in cui ci si ritira dall’attività lavorativa. Il fisco, infattti, morde molto poco sulla previdenza integrativa, tra l’altro concedendo la possibilità di scaricare fiscalmente il costo.
Secondo il quotidiano finanziario di Class Editori, un lavoratore con un reddito annuo lordo di 60.000€, che investe per 40 anni versando ogni anno 2.000€ in un fondo pensione, alla fine del piano avrà accumulato un montante netto di 110.000€. Scegliendo, invece, un fondo comune di investimento, il montante netto sarebbe di circa 69.000€, quindi 41.000€ in meno rispetto a un fondo pensione. Il fisco permette infatti di dedurre l’importo annuo versato nel fondo pensione dalla base imponibile (fino a un massimo di 5.164,57 euro l’anno).
