Durata dei fondi comuni di investimento

di Redazione Commenta

La durata dei fondi comuni d'investimento è una dei valori fondamentali in base ai quali dovremmo basare le nostre scelte economico-finanziarie.

Ci siamo già diffusamente occupati dei fondi comuni d’investimento, strumenti finanziari di ultimissima generazione, apparsi sul mercato italiano circa 10 anni fa, che hanno ottenuto un successo che, sebbene non abbia risposto alle aspettative pronosticate, possiamo considerare considerevole.

Altri argomenti, comunque, sono d’analizzare, prima di mettere mano al portafoglio e decidere quanto investire in quali fondi.


Non basta, infatti, conoscere soltanto le commissioni dei fondi comuni, per effettuare una scelta tanto importante, bensì di fondamentale importanza è la durata degli stessi.

A parte gli ETF, fondi comuni di ultima generazione, e gli ETC, grazie ai quali investire in commodities, i fondi non sono certamente uno strumento tipico del mordi e fuggi.

Negli Stati Uniti, per esempio, i fondi vengono principalmente utilizzati per la costruzione della propria pensione.

In Italia, al contrario, la quasi totalità dei fondi sottoscritti ha durata inferiore ai 6 anni. Perché avviene questo?

Perché nel Bel Paese, a differenza di quanto avviene in altri paesi occidentali, troppi valori finiscono per intaccare il patrimonio finale di un investimento a lungo termine, a volte addirittura vanificato da inflazione galoppante, da pressione fiscale eccessiva, da commissioni varie, da tassi d’interesse tutt’altro che elevati.

Uno dei pochi modi che ha l’italiano medio per accedere al fondo d’investimento a lungo termine, l’unico redditizio, è quello di investire a rate sui mercati azionari o obbligazionari. I cosiddetti PAC, infatti, nell’ultimo decennio, hanno reso più del 15% (16,8%) contro il 2,7% garantito da un investimento in fondi comuni in un’unica soluzione.

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