Dopo le polemiche, i fatti: l’Ilva copre i parchi minerari

di Redazione Commenta

E’ il 7 novembre il giorno della svolta per l’ILVA e la città di Taranto. Il giorno in cui “i  Commissari  Straordinari  di  ILVA  Piero  Gnudi, Enrico  Laghi  e Corrado Carrubba  hanno ricevuto  istruzione  da  parte  del  Ministro  dello  Sviluppo  Economico,  Carlo Calenda,  di  avviare  i  lavori  di  copertura  dei  parchi  minerari”, come confermato da un comunicato diffuso dall’Ilva. Secondo lo stesso comunicato “L’intervento  verrà realizzato  sulla base  del  progetto,  già  approvato e  appaltato dall’Amministrazione Straordinaria, che  l’investitore  Am  InvestCo Italy  ha  incluso  nel  piano ambientale approvato con  il  DPCM del  29  settembre 2017”.
Proprio in seguito ad un incontro presso il Ministero, il nuovo investitore aveva infatti confermato la disponibilità a non ostacolare il progetto già predisposto e avviato dai Commissari Straordinari. A quel punto, al ministro Calenda non restava altro che verificare la possibilità di sbloccare i fondi per l’investimento necessario al progetto. Costi che, essendo a carico di Am InvestCo, il nuovo investitore avrebbe poi “rimborsato” all’Amministrazione Straordinaria. Un iter che si è finalmente sbloccato, essendo arrivata l’autorizzazione all’avvio dei lavori da parte del Ministero arrivata il 7 novembre.
Continua il comunicato dell’ILVA: “Nei  prossimi  mesi  l’Azienda  procederà  con  tutte  le  attività  preliminari  previste dal  progetto, a partire  dalla  rimozione  dei  cumuli  e dalle altre misure propedeutiche. Si  prevede di  terminare questi  lavori  entro  gennaio  2018. Una  volta  ultimato  l’intervento  di  rimozione  il  cantiere per la copertura  dei  parchi  primari  sarà avviato  e si  concluderà in 36 mesi.   Il  costo  per  la realizzazione  dell’opera  sarà  a carico  di  AM InvestCo Italy  come previsto  nel contratto sottoscritto  con  i  Commissari  Straordinari”.
I lavori saranno definitivamente conclusi entro tre anni, iniziando e finendo in anticipo rispetto ai tempi previsti. Un’accelerazione fortemente voluta tanto dal Ministero quanto dall’azienda, dopo il Wind Day e le polemiche politiche e mediatiche di questi ultimi giorni.

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