Opportunità di lavoro in Italia nel 2013

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Il 2012 è stato un annus horribilis per il mercato del lavoro in Italia. Gli ultimi dati sulla disoccupazione a novembre hanno evidenziato un livello complessivo all’11,1%, lo stesso di ottobre, ma un clamoroso boom negativo della disoccupazione giovanile

Il 2012 è stato un annus horribilis per il mercato del lavoro in Italia. Gli ultimi dati sulla disoccupazione a novembre hanno evidenziato un livello complessivo all’11,1%, lo stesso di ottobre, ma un clamoroso boom negativo della disoccupazione giovanile, volata al 37,1%. Nel 2012 le assunzioni di giovani under 30 previste dalle aziende sono calate del 31%, ma ci sono alcune figure professionali che si salvano dal naufragio del mercato del lavoro. Ad essere ancora molto richiesti sono i profili di media specializzazione, soprattutto nel commercio e nei servizi.

Secondo le rilevazioni di Datagiovani, effettuate sulla base dei dati di Unioncamere, queste figure professionali rappresentano la stragrande maggioranza dei 200mila nuovi ingressi. Al primo posto tra i mestieri anti-crisi troviamo sempre i commessi delle vendite al dettaglio: qui la richiesta è di oltre 23mila addetti. Al secondo e terzo posto ci sono appaiati i magazzinieri e i camerieri, entrambi intorno alle 6mila unità.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE RECORD AI MASSIMI DAL 1992

Con più di 5mila inserimenti di giovani under 30 troviamo poi impiegati e segretari, mentre intorno ai 3mila inserimenti ci sono informatici, cuochi e contabili. In questa fase di mercato le aziende richiedono sempre meno figure professionali altamente qualificate, mentre in passato erano molto ricercate. Resistono quelle figure “high skilled” come analisti e progettisti di software, contabili e tecnici della vendita, per i quali si prevedono ingressi programmati tra 22mila e 3mila.

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Per quanto riguarda le opportunità di lavoro a livello territoriale, diminuiscono le chance al Nord e nel Mezzogiorno, mentre salgono le quotazioni del Centro Italia, in particolare Lazio, Toscana e Umbria. Le province con maggiori inserimenti sono Roma e Milano. Tra i titoli di studio più graditi dalle imprese resta paradossalmente il diploma (48% dei casi). La laurea è richiesta solo nel 15,4% dei casi, soprattutto per specialisti in economia, ingegneria e medicina. Per il 10% delle assunzioni è sufficiente addirittura solo la qualifica professionale.

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